PANATHLON CLUB INTERNATIONAL

BENVENUTI NEL SITO DEL PANATHLON CLUB PAVIA

Il Panathlon è un Movimento internazionale per la promozione e la diffusione della cultura e dell'etica sportiva, secondo il riconoscimento ufficiale del CIO, e si propone di approfondire, divulgare e difendere i valori dello sport inteso come strumento di formazione e di valorizzazione della persona e come veicolo di solidarietà tra gli uomini ed i popoli. Il termine "Panathlon", proveniente dalla lingua greca, può essere tradotto con l'espressione "insieme delle discipline sportive", mentre il motto "Ludis Iungit" significa "uniti dallo sport".

Il Panathlon attua l'unità del movimento e lo dirige con l’appoggio dei club riuniti in distretti su di un territorio idealmente unico e unitariamente rappresentato. E' aconfessionale, apartitico, senza distinzione di sesso e di razza. Non ha fini di lucro.

 

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LO SCOPO DEL PANATHLON 

Lo scopo è l'affermazione dell'ideale sportivo e dei suoi valori morali e culturali, quale strumento di formazione ed elevazione della persona e di solidarietà tra gli uomini e i popoli.

Favorisce l'amicizia tra tutti i panathleti e quanti operano nella vita sportiva;
agisce, con azioni sistematiche e continue, ai vari livelli di competenza dei suoi Organi, per la diffusione della concezione dello sport ispirato all’etica della responsabilità, alla solidarietà e al fair play, quale elemento della cultura degli uomini e dei popoli; promuove studi e ricerche sui problemi dello sport e dei suoi rapporti con la società, divulgandoli nell'opinione pubblica in collaborazione con la scuola, l'università ed altre istituzioni culturali; attua forme concrete di partecipazione, intervenendo nei procedimenti di proposta, consultazione e programmazione nel campo dello sport con le modalità previste dai singoli ordinamenti nazionali e regionali; si adopera affinché‚ la possibilità di una sana educazione sportiva venga garantita ad ognuno, senza distinzione di razza, di sesso e di età, soprattutto attraverso la promozione di attività giovanile e scolastica, culturale e sportiva; instaura rapporti permanenti con le istituzioni pubbliche statali e locali e con i responsabili dello sport, assicurando contributi propositivi alle iniziative legislative ed amministrative e concreto impegno nella fase organizzativa ed operativa; quale insieme di Club di servizio, respinge il ricorso a tutti i tipi di doping, di violenza, di razzismo e di corruzione e si impegna ad incentivare e a sostenere le attività a favore dei disabili, le attività per la prevenzione della tossicodipendenza e per il recupero delle sue vittime, le iniziative di solidarietà con i veterani sportivi, la promozione e la realizzazione dei programmi di educazione alla non violenza e di dissuasione dal doping.
 

NASCE IL PANATHLON INTERNATIONAL

Nel 1945, a guerra finita, lo sport comincia ad avere un ruolo sempre più importante nella vita degli italiani, la Tv ha iniziato  le sue trasmissioni permettendo una diffusione più capillare del fenomeno sportivo, e come conseguenza si assiste ad investimenti sempre crescenti su atleti e squadre e nascita graduale del fenomeno delle sponsorizzazioni (nate in Italia col ciclismo) che a sua volta porta all’esasperazione delle prestazioni e al moltiplicarsi degli impegni.

E poi lo sport diventa business, si afferma il professionismo con l’eccessiva competitività che ne deriva, che supera lo spirito sportivo del confrontarsi con una prestazione o con un avversario.

Vengono sempre più trascurate lealtà e correttezza; aumenta  la violenza nelle competizioni e aumenta il rischio di infortuni; si diffonde il doping con gravi conseguenze sia nel contesto della lealtà sportiva, che della salute; aumenta  il ruolo dei media per mezzo della stampa, della radio e della televisione; aumenta il pubblico che non è più quello di Ascot o del Central Park, e aumenta la violenza attorno agli spettacoli sportivi.

E’ questo il quadro in cui si deve inserire la nascita del movimento panathletico che invece, nonostante  i diversi cambiamenti ed i diversi problemi, considera ancora lo sport un valore importante nella società:

- Lo sport insegna a convivere, a lottare, pur nel rispetto di regole precise.

- Aiuta a rafforzarsi ed a crescere come persone.

- Mette in contatto diverse persone e i diversi popoli contribuendo a migliorare la convivenza.

- Coinvolge la società nel suo insieme e porta valori prevalentemente positivi.

- È una pratica salutare ed educativa importante.

E sono proprio questi i motivi che spinsero, nel 1951 a Venezia, i nostri “antenati” a fondare un movimento che si proponeva di salvaguardare i principi essenziali ed antichi dello sport.

Fu nel periodo compreso fra l’aprile e il giugno 1951 che un gruppo di veneziani si riunì, a più riprese, nella sede del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, a Venezia, con l’idea di costruire un’associazione ispirata ideologicamente ai valori olimpici, che avesse lo scopo di richiamare continuamente l’idea e la pratica sportiva alla purezza delle sue origini, pur negli indispensabili sviluppi e nei mutamenti che la realtà storica e sociale comporta. Lo sport, quindi, visto essenzialmente come strumento determinante per la formazione materiale, morale e spirituale dell’individuo e come mezzo di fratellanza e di relazione fra i popoli.

Primo come ideatore, tenace sostenitore del progetto, promotore instancabile è il colonnello Mario Viali, ex ufficiale di artiglieria. Viali chiama accanto a sé il professor Damiano Chiesa che si rivelerà determinante per l’affermazione e lo sviluppo del futuro Panathlon.

Il 30 maggio 1951 il gruppo promotore inviava una lettera a trenta sportivi veneziani, appartenenti ad altrettante discipline sportive, invitandoli ad una riunione per mercoledì 6 giugno alle ore 21,30 precise, a S.Fantin della Veste n. 2004 (sede del CONI)”, per informarli sulle caratteristiche e sugli scopi del costituendo club, allegando la bozza di statuto elaborata da Damiano Chiesa.

La riunione si risolveva in un imprevedibile fallimento, con soli nove presenti perché quella sera un violento nubifragio sconvolse Venezia; veniva così aggiornata a martedì 12 giugno 1951 e la data rimarrà storica quale nascita del Panathlon.

Ventiquattro dei trenta convocati parteciparono all’evento e sono i fondatori di quello che oggi è il Panathlon International: Salvatore Brugliera (atletica leggera), Tiziano Calore ( tennis), Angelo Cecchinato (ginnastica), Domenico Chiesa (calcio), Aristide Coin (ciclismo), Aldo Colussi (atletica leggera), Pietro De Marzi (tecnico impianti sportivi), Guido De Poli (atletica leggera), Egidio De Zottis (vela), Carlo Donadoni (pallacanestro), Ludovico Foscari (nuoto), Paolo Foscari (motociclismo), Guglielmo Guglielmi (vela), Alberto Heinz (ginnastica), Antenore Marini (golf), Costantino Masotti (scherma), Luigi Pavanello (arbitri), Orazio Pettinelli (pesca sportiva), Aldo Querci della Rovere (medicina sportiva), Gino Ravà (sport invernali), Antonio Scalabrin (nuoto), Alfonso Vandelli (alpinismo), Mario Viali (pentathlon moderno), Mario Zanotti (scherma).

Il 12 giugno 1951, alle nove e mezzo di sera, nella sede del Comitato Olimpico Nazionale Italiano di Venezia nasce il club che, per il momento, era denominato “Disnar Sport” (Disnar stava per desinare, cenare in veneziano) riflettendo la sua origine conviviale.

Il club terrà la sua prima riunione la sera del 6 luglio 1951, all’Hotel Luna, a San Marco; furono assegnate le cariche sociali e a Viali toccò la presidenza per acclamazione. Tema in discussione della serata: “Problemi sportivi della provincia, specie per quanto riguarda gli impianti”. E’ il primo argomento di carattere sportivo trattato dal Panathlon.

Ci vollero tre riunioni ma, alla fine, il nome originario del club “Disnar Sport” venne abolito perché ai fondatori fare del pranzo o della cena addirittura una ragione sociale sembrò una limitazione.

Il nome definitivo di “Panathlon” (Pan: tutti; Athlon: sport) venne coniato dal conte Ludovico Foscari, cugino di Viali. Egli si richiamò ai fasti di Olimpia e il termine greco “athlon” arrivò spontaneo ed ebbe subito il suono della nobiltà storica e il vantaggio non secondario della internazionalità. Al termine di origine ellenica “Panathlon” seguì il motto latino “LUDIS JUNGIT” che completò sinteticamente ma efficacemente il significato e lo scopo del club.

Il 14 maggio 1960 il Club di Pavia organizza il primo incontro dei Panathlon Club e viene firmato l'atto costitutico che sancisce la nascita del Panathlon International presso l'aula del 400 dell'Università di Pavia alla presenzadel sig. notaro Cesare Rognoni.

Riportiamo qui lo statuto firmato dagli avi veneziani:

"Premesso che io sport, in tutto il mondo, ha preso uno sviluppo tale da poter essere considerato, sotto molti aspetti, una delle attività principali di ciascuna nazione, allo scopo di affratellare i vari sports e di propagandare l'idea sportiva specie nei riguardi morali e sociali, in affiancamento sincero all'opera delle Federazioni Sportive sotto la tutela del C.O.N.I., per quanto riguarda particolarmente cavalleria, serietà e disciplina, e che a tavola si ravvivano le amicizie e le simpatie,  e si discute con più franchezza e cordialità, si eliminano spesso, dubbi, equivoci ed incomprensioni, e che lo sport deve unire gli individui ed i popoli in unico ideale a prescindere da interessi particolari, dalle convinzioni politiche, dalle classi sociali e dall'età,

SI PROPONE:

fondare una Associazione composta di un numero limitato di membri, in ogni città per ora almeno capoluogo di provincia, subito a Venezia, fra qualche giorno nel Veneto o meglio nelle Tre Venezie, poi (prestissimo) in tutta Italia e successivamente dopo un breve periodo di esperimento in Europa e nel Mondo".

Venezia, 12 giugno 1951

 

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